Omeopatia e Allergie
Come prevenire la 'marcia allergica', e così la storia biopatografica della persona

Riguardo al tema, sempre delicato, delle allergie stagionali, che hanno in primavera il loro picco, qui di seguito desideriamo ribadire alcuni punti essenziali, che differenziano l'approccio omeopatico da quello allopatico, o tradizionale, e lo fanno preferire a questo.
Come detto in altra sede, l'Omeopatia considera le allergie una risposta esagerata dell'organismo a stimoli di norma solo debolmente irritanti. In quest'ottica la medicina omeopatica sposta decisamente l'obiettivo delle cure dalla sostanza allergizzante alle caratteristiche individuali di reazione a tale sostanza.
Per questo motivo, nella scelta del rimedio considererà dapprima la costituzione anatomica del soggetto, che ne identifica, tra le altre cose, proprio differenze di reattività ad uno stesso stimolo: ad esempio, i sulfurici hanno reazioni più intense, immediate e superficiali rispetto ai carbonici, che tendono di più alle patologie da accumulo, con risposte quindi marcatamente più lente e, proprio per questo, tendenti alla precoce cronicizzazione/complicazione; al contempo i fosforici faranno sempre molta fatica a liberarsi definitivamente dagli stati di riacutizzazione delle reazioni allergiche, finendo per apparire, così, per lungo tempo disturbati da sintomi comunque superficiali e mai particolarmente intensi ("soggetto sempre malaticcio").
Ma a complicare spesso il quadro generale saranno poi gli interventi terapeutici, troppo spesso innaturali, dei diversi approcci allopatici, mirati sempre e solo a bloccare i sintomi, senza cercare le cause individuali e costituzionali che ne sono all'origine, e finendo così per complicare spesso questi stati con un progressivo intorpidimento dei processi esonerativi, e questo indipendentemente dalla costituzione anatomica originaria.
Tutto ciò richiama al fatto che quanto più si interviene precocemente con l'omeopatia sul soggetto allergico, tanto più questi verrà protetto da quella "marcia allergica" ben conosciuta dalla stessa medicina tradizionale, e capace di innescare quell'evoluzione biopatografica del paziente - più volte da noi discussa - verso disturbi così sempre più profondi e aggressivi.
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Sinossi
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